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15 LUNE AL BURRO E SALVIA: note di un'estate indecente e assaggi di autunno

  • Immagine del redattore: eremhomeblog
    eremhomeblog
  • 10 ott
  • Tempo di lettura: 13 min

 Agghindata in una corona di castagne, guardo l'autunno attraverso il bosco e laggiù vedo il mare. 




EDITORIALE


Se te ne fossi dimenticato, me compresa, Eremhome è il diario interiore di una casalinga affetta da mistica emozionalità.

Qui puoi trovare sorprese dell'anima intagliate nel cuore, ferite guarite, occhi illuminati da incorrotti quadri fiabeschi.

Dopo molte lune dall'ultima pubblicazione, mi riunisco a questa piccola arte che mi ha atteso paziente. Anch'io ti ho atteso, mia piccola creatura, e ora che ci siamo di nuovo incontrate, ti trovo più grande, matura, abbronzata, anticata da vernici brune che parlano di crescita e di nuove abbondanze. Camminiamo insieme ancora un po', adesso che il cielo si è fatto più leggero, e l'aria tersa si è colorata di tinte avvolgenti.

Ben ritrovato! Caro lettore! Cara lettrice!

Anch'io risosto qui a rileggermi, a riguardarmi, ed è un piacere incontrarti di nuovo.

I visitatori dell'Eremhome non sono scontati.

Quindi, accomodatevi sulle trame di velluto, e condividete con me attimi di cuore vero, visibili attraverso la corteccia materiale oscura, più calda. Godetevi con me una tisana profumata, un secondo prima che vi assalga la noia, comodi sui miei divani ricoperti di muschio con le stelle a fare da lumini. Sempre, ovviamente, sotto gli occhi grandi e vigili della luna piena.

Buona lettura!


                        

2024


13 LUGLIO


All'ombra della luna piena

riposo.

Riposando, contemplo un portale verde smeraldo che mi respira dentro.

Ogni tanto perdo le parole, e poi le ritrovo là, tra le foglie scurite screziate di blu e oro che mi sussurrano tempi d'attesa. Sussurri abitati da luci fluttuanti. L'arte mi parla. Bella di luna piena, riposa con me.

Quali gioielli mi hai portato stasera?

Ti ho portato trasparenze di veli e brezza sottile.

Non scomporti, non spostarti, ferma, così, il profilo morbido battuto dal vento.

Verde e ancora verde.

Verde su verde.

Verde su blu.

Ricordi?

Sì, ricordo. Mi ricordo, e ascolto. Guardo, vedo e scrivo.

Passeggiamo un po'?

Sì, passeggiamo. Voglio vederti da un'altra angolazione.

Il muschio mi invita a restare, indica pienezza. Che meraviglia i piedi appoggiati sull'erba bagnata a guardare quest'alba di luna. Attenta a non scivolare, imbocco il sentiero che porta al gazebo

senza pareti. È anziano, resta aperto ai raggi di luna, delle stelle, e di chissà! Ancora sotto il gelso la sfera gialla. Mi guarda immobile, pacata e silenziosa. Poi anche lei sfuma. Alla fine siamo in tanti all'ombra della luna piena, serata fresca, ali di menta. “ Grazie pubblico caro”, dice la luna riconoscente, e noi tutti fans, da sotto, imploriamo il bis.



20 LUGLIO


Respiro a pieni polmoni quest'aria carica di lucciole, e aspetto che una stella si liberi per prendersi cura di me. Dopo il calo di zuccheri, per tirarmi un po' su, prima che sia la stella a farlo, mangio una nota musicale e riparto a confondermi nel fitto della boscaglia. Sicuramente l'ibisco mi verrà a cercare. Abbiamo in mente di ritinteggiare un angolo di prato, e lui mi aiuterà.


25 LUGLIO


Mentre albeggia, una cicala felice ma un po' accaldata, abbracciata al ramo, canticchia ritmica la sua melodia. Non sa che di questo passo, così facendo, riempirà l'aria stanca di improbabili metalliche note grigio verdi. Risuona la nota a cavallo del bosco e non si ode nient'altro che questo: sparito il rumore dell'acqua e il torrente...un film muto. Poi, sul mezzodì, rimbalza feroce il caldo ardente. Ne pesco una, di cicala, a sognare a occhi aperti, dimentica del suo strumento, stupita da immagini fantastiche di unicorni e arcobaleni, un po' evanescenti, ma ancora presenti a un dito di altezza sopra il prato imbronciato dall'afa.

 Pizzicata dal sole pungente, la cicala riaffiora ancora sognante, gaudente di frasche profonde, suadenti d'ombra e di frescura.

“ Quanti anni hai?”, chiedo alla cicala.

“ Quanti sono quelli del sole”, risponde lei, ancora vacillante, ora a occhi chiusi, a proteggerli dal vento africano che spinge focoso.

“ Ti avverto”, mi dice la cicala, “che la natura non si fa suggestionare dalla volontà umana dei tempi moderni. Aspetta solo il momento opportuno per dire il suo no, e soffiarvi via, a voi uomini, il maggior numero possibile, in un sol colpo. Intanto finge, e sonnecchia”.

Mentre ascolto le sue parole, il pomeriggio crespo di foglie arse e croccanti di phon passa inquieto con polvere e sibili rossi.

“ Sai”, le dico, ” è proprio in questo tempo che sembra finito, che a osservare le previsioni di altri possibili mondi creati da fascinosi abbinamenti di idee, tra luna- park volanti e nuove titaniche teologie infrangibili, mi vien la voglia di progettare, e inventare, e creare, e ricominciare! Non finirà proprio niente finchè un solo cuore porterà gesti d'amore e di carezze a quel cielo importante e paziente”.

“ Buon per te che la pensi così!”, rimbrotta la cicala ora più sveglia, meno sognante, un po' indispettita dalla mia inaspettata speranza.

“ Ti auguro il meglio”, mi dice seccata, stizzita, e conclude:

” Torno a lavorare”.

E anche lei, come le altre, ricomincia a cantare.


22 LUGLIO


Indosso te, che sei il mio vestito più bello.


23 AGOSTO


La musica mi fa compagnia anche oggi che il cielo è azzurro, e sul palmo della mano che si stende speranzoso inizia a ballare un turbine fiorito di energia.

Soffio via quel gomitolo frizzante di note e magia. Lo regalo a qualcuno. Potrebbe averne bisogno.

Una giornata così morbida come la mia pelle non la ricordavo da molto. Imbarazzata comoda nel mio relax, fisso in controluce un sogno. Ho baciato, stanotte, meravigliose stranezze all'anice e ai frutti di bosco. Non saprei, ora, se attardarmi ancora, nel fluff soffice di questo mood accarezzata dalle note del lontano Est.

Leggo il cielo, così un occhio da verde si è fatto blu.

Senti fresco adesso? Che ho accarezzato tutti i bordi del tuo essere? Albero possente? Proteggimi ancora.

Alzo le braccia arresa, miele dentro.

Per sigillarmi lassù.



26 AGOSTO


Una lunga estate torrida e succinta nel timido e fitto boschetto di ulivi. La luna velata se la sta a guardare appesa alla collina spugnosa di alberi e rovi.

Le principesse sognano di più sotto le stelle impazzite che si staccano dal cielo e cadono accaldate.

Caldo, caldo, fa davvero troppo caldo.



31 AGOSTO


Finchè la notte si muove sotto i miei piedi arsi dal sole e i grilli cantano nell'impasto di luna e stelle al cioccolato, l'estate non può dirsi conclusa. Ma mi basterà ferirmi ancora un po' nell'aria frizzante del mattino per saltare a piè pari in un nuovo ciclo vitale fatto forse di miele e fiori.

“ Non desiderare la ricchezza”, mi dice un pensiero nobile appena uscito dal guscio dell'ultima luna piena, “ ma prega che il necessario raggiunga chiunque si dica figlio di questo mondo. Perchè se siamo tutti figli, allora siamo anche tutti fratelli”.

Ascolto il pensiero nobile imbronciata nell'ora ancora scura del primo mattino attraversato dal piccolo tumulto costante del torrente dimagrito da questa estate indecente.

Vago in probabile rotta di collisione, pizzicata dalla secca melodia di un mese che ha arso le foglie dell'acero tanto da non farlo arrivare al rosso autunnale, ma che ha rinvigorito il rododendro impazzito e di nuovo fiorito.

Si accalcano altri pensieri nobili sul bordo sottile della mente astratta, distratta.

“ Magari sono ancora in tempo per un ultimo sonnellino, prima del mattino”, mi confido un po' sgualcita, e un imbattibile sbadiglio tenero mi richiama all'ultimo lembo di notte di quest'ultimo giorno di agosto.


5 SETTEMBRE


Con l'amore addosso, saluto pigra questo settembre aspettando la pioggia. Non sai quanto può essere sensuale giocare con il vento che intesse l'aria di grigio.


17 SETTEMBRE


Alla fine, cos'è un nome se non un impasto di suoni?


21 SETTEMBRE


Autunno: un sogno a colori, senza sfarzo.


24 SETTEMBRE


Con la memoria dei grilli nell'orecchio, mi spingo fino sulla soglia di un'autunnale luna arancione, i capelli assopiti dalla lunga notte di favole e sogni. Non mi resta che schiudermi in un ampio sbadiglio e promuovermi in un'imprevedibile giornata di stelle. Macino un ricordo e annuso il profumo delle mani che mi accarezzano il viso. A occhi chiusi ritorno nella notte che si è appena spenta e conto la pioggia. Una due tre, mille e mila gocce mi portano giù un pezzettino di azzurro in abito grigio. Son fatta così anch'io, mischiata di questo mistero che si chiama cielo.



25 SETTEMBRE


Ieri ho danzato in una goccia di pioggia.


11 OTTOBRE


E se un cuore non basta, ne costruirò un altro.


17 OTTOBRE


Spintonata dalla luna piena, socchiudo un occhio a incontrare l'autunno arancio, quest'anno di più.

L'estate scalcia, ma ha perso.


26 OTTOBRE


Aggrappata a me stessa guardo le foglie cadere, farsi un tutt'uno con la terra, diventare ricordi spariti, perduti, per un momento, per un lasso di tempo. Poi ritornano, i ricordi, a brillare sulle foglie nuove, a riempirle dall'interno e a farle più belle. Intanto l'albero se ne resta smagrito, sopito. Io con lui. Ma il cielo, dietro il grigio, è blu, e mi dice:” Aspetta e vedrai!”


30 OTTOBRE


L'autunno ogni anno mi porta via qualcosa, o qualcuno. Non mi resta che vestirmi solo di musica e uscire.


1 NOVEMBRE


“Musami”, mentre ti abbraccio, e non andare via. C'è tanta bellezza in fondo ai tuoi occhi verdi che tu non sai, e le mie labbra sono di cioccolato in questo autunno tiepido.

Ti amo, non ci sono dubbi.

Povera quella che verrà dopo di me!



6 NOVEMBRE


Se non è per me, so rinunciare senza rimpianti.


16 NOVEMBRE


La luna si scioglie sulle zolle di terra marrone. E' venuta a farsi un giro quaggiù, nella campagna argento fuori dall' Eremhome, per sentirsi di nuovo viva, e affonda le mani pallide nel terreno fradicio di profumo scuro. Io con lei.

Non mi riparo dal vento per mantenere una segreta promessa che solo lui sa.


23 NOVEMBRE


L'oro cade sul bosco, e il bosco con lui.


6 DICEMBRE


Spezzata nei mille arancio dell'autunno, riposo sull'alba grigia di morbidi tormenti, aspettando la vita, o una strada, mentre mi chiedo:” Una cosa grande o tante cose piccole?”



12 DICEMBRE


Mio amatissimo Signore, posso raccogliermi vicino a te nella culla?


La certezza è la mia speranza.



                                           2025



15 GENNAIO


Delicatamente apro la mano e lascio andare il Natale, ma piano, perchè io non me ne accorga.

Mi avvolgo in un filo di luci gialle ritmando il busto a destra e a sinistra.

“ Facciamo cadere questo sistema”, grido silenziosa alle stelle attorcigliate attorno al busto, “ e facciamo vincere il cielo!”

Il sole, la luna, gli elementi, tutti congelati in un armonioso abbraccio dentro di me, perchè vi voglio collezionare tutti, avervi tutti per me, in questo gennaio freddo che mi stringe, pronto a offrirmi ancora aromi di cannella e chiodi di garofano.

Tu cambia, e cambierò anch'io, libera di muovermi in un soffio di ghiaccio e, ti prego, lasciami lì a riposare.

Nel riflesso dei miei occhi verdi vedo ripartire la vita buona condita di applausi e di baci dolci, incantata dalla meraviglia del mondo e del giorno che verrà. Per ora rimango alla finestra a guardare il Natale che piano piano se ne va.



18 GIUGNO


Accosta l'orecchio al cielo, forse deve dirti qualcosa.

Sollevo un lembo di blu perchè voglio proprio sapere cosa c'è sotto o cosa si nasconde là dietro. Non mangio stelle da un po', ma l'estate spinge, e mi scuote con una manciata di grosse lucciole.

“ E' tempo di alzarsi e di cambiare dieta”, mi dice l'estate al telefono, “ non voglio arrivare e trovarti fuori forma per affrontare i miei caldi africani. Ti concedo ancora qualche giorno, per respirare facile, e un contorno di more succose. Rilassati, conta fino a tre, e sogna il mare.”

Questo mi comunica l'estate entrante, e mette giù la cornetta.

“Ma chi usa ancora 'sto telefono?!”, mi domando io indispettita e già turbata dall'idea dei tropici che presto mi esploderanno in giardino.

Mi godo le ancora fresche ore nove del mattino e guardo il gelso, e le more, prima di avvicinarle alla bocca tendendomi dalla finestra, per iniziare questa nuova dieta che, a quanto pare, profumerà di viola.


10 LUGLIO


In silenzioso successo sbadiglio alla luna.

Crepata, corrosa, dolorante, alzo ancora il cuore all'evento più impossibile del mese, e azzardo un micro sorriso all'angolo della bocca. Lo trascino, il cuore, perchè ne vale la pena, su quel sentiero, fra i campi, e le lucciole appese ai covoni.

 Mi rimbocco la vita fin sopra i gomiti, che tanto piangere non serve se non a concimare altro dolore, e proseguo stizzita, contrita, accaldata nel pensiero fisso che si agita ancora. Un tormento.

“ Vieni, pensiero fisso”, gli dico, sperando che facendomelo amico magari proseguirà per i fatti suoi, ” andiamo a vedere la luna”.

Ma oggi non guardo la luna perchè è tempo che lei guardi me, e mi guarisca da questo strazio tenendomi il viso fra le mani, le guance calde di ricordi sgualciti, strappati, delusi. Cerco qualcosa che nessuno ha mai visto, tra questi campi semplici battuti dall'oro e dal profumo di vento. Qualcosa che nessuno ha mai visto perchè questo cielo fisso mostra sempre la stessa faccia. Qualcosa di non visto, ma forse intravisto, fra le crepe arse del cuore, un segno, un simbolo, una strada. Per ora il bivio, in bilico, tra le due facce della luna. Ma io voglio il lato invisibile, quello della felicità.

Ma forse la felicità è solo un malinteso.




11 LUGLIO


Il cuore mi parla al mattino, perchè la notte è troppo impegnato ad amare.


Stanotte stiamo con la luna accesa?


Non sottovalutare mai le seconde fioriture.


Ci sono certe meraviglie di alberi che me li porterei a dormire nel letto per abbracciarli tutta la notte come fossero orsacchiotti di peluches.



14 AGOSTO


Non so perchè , ma oggi mi sembra che l'aria voglia trattenere il respiro. Così bloccata nell'ora silenziosa del mattino, scorre solo con lo sguardo il profilo un po' arricciato delle foglie del gelso, e fantasticando aspetta. Un piumo avventuroso si tuffa tra i rami e osserva incuriosito l'aria afona.

Fermi fermi dobbiamo stare, ad aspettare un raggio, di luna o di sole non so, perchè oggi non so.

E' tutto nuovo qui.

Tutto da esplorare, tutto da indagare, tutto da ricominciare. Semplificare. Andare. Nella valigia ho conservato la brutta copia di un desiderio spedito al cielo sommessamente confusa a misurare l'ordito nero con quelle punte scintillanti dentro che si chiama cielo di agosto. Dieci agosto e più di stelle cadenti, vibranti, pungenti. Mi accarezzo i capelli e ne trovo una, di stella cadente, arrotolata al boccolo grigio, anche lei caduta, ma non finita. E immersa nel verde bruno di quel ricordo recente, raccolgo di nuovo i capelli in un elastico azzurro di tulle che profuma ancora di mare.

Non so dove andare, perchè oggi non so.

La stella cadente sul ricciolo ora si è trasformata in una stella marina.

E allora forse so che quel desiderio di andare, ancora chiuso nella valigia, è desiderio di mare.


8 SETTEMBRE


Sa di profumo di galassie e di nuvole viola l'aria della luna piena che si infila dalla finestra.

Sempre aperta, di notte, la finestra, per non perdere le ultime notizie dal cosmo, e aperta sempre, anche di giorno, perchè non si sa mai il vento cosa si potrebbe inventare.

Di sette in sette si va avanti, per vedere cosa succede, osservando il cielo che trasuda, per non morire dentro.

Cosa resta dopo gli innumerevoli slanci appassiti, sdruciti, stremati, dei sogni in corsa falliti, dei giochi fantastici annullati, dei lunghi singhiozzi ormai evaporati.

Tocco il cuore con un dito, per vedere se ancora si muove, se risponde al contatto, così bendato, che quasi non lo riconosco più.

Fatico a trovare la soglia del nuovo, ancora grondante di muschio ed edere e tracce di sottobosco.

Sono sempre tempi di grotta e di inquietudini che travalicano il qui e ora alla violenta ricerca di risposte.

Illumina la mia schiena curva, luna piena, illumina i miei anfratti più bui, asciuga l'umidità dell'anima, correggi il passo. Allunga la tua mano sulla mia, profondimi energia, per inventare e creare cose nuove da fibrillare di musica e di gioia.

Mi risveglio a piedi nudi sulla ghiaia del giardino, abbarbicata a un ciclamino che mi dice:”Il buongiorno si vede dal mattino”.


13 SETTEMBRE


Evidentemente sfiorata da un giallo intenso, mi increspo sotto un filo di pioggia sottile. A tacere non sono solo io, ma tutta l'aria intorno che adesso, dopo l'estate, si acquieta aspettando l'autunno. Fisso un punticino lontano, che potrebbe essere qualcosa di bello, e smorzo lo sguardo assopito dall'ultimo velo estivo. Reminiscenze di gelsi e umili scoperte furtive, ora tremano scomposte alla ricerca di un fiocco di terra dove mettere radici e sciogliersi nei blu e negli arancio di tramonti complessi.

Sono capienti gli abbracci di settembre, pieni di verdi scuri e tracce di vecchio oro bruciato dal sole.

Cosa comparirà davanti agli occhi chiusi? Un pensiero nuovo, l'immagine di un circo o il perimetro di un'emozione trovata per terra per caso? Nel dubbio si accende qualcosa, uno spartito di vento e note al cioccolato.

Ancora un sogno, per un attimo, e poi è di nuovo realtà.



15 SETTEMBRE


Autunno casto morbido al tatto. Arriverà sontuoso fra melograni e spruzzi d'arancia. Mi capitombolerò ancora in quel frastuono di foglie volanti alla rinfusa precipitando in un sì di coccole e aromi di frutta candita.

Non mi sopporto se non stringo forte almeno un sogno quotidiano, e rimugino vecchie speranze che sanno di fiori croccanti di sole e semi oleosi.

Voglio ancora stare al sole , e magari sciogliermi all'ombra dei gelsi pensando alla lista di cosa mi porterò via. Prima di partire per la prossima luna nuova.

Voglio fare l'impossibile, vestirmi di immagini belle, condurre i vuoti del cuore al pascolo di luci aguzze in fondo a quel pensiero. E penetrare i mondi.

Gli universi che non stanno sulle mappe geografiche aspettano i miei segnali di fumo.

Ci sono dei mali che fanno bene, dice qualcuno, ma il bene non ha mai fatto male a nessuno. Quindi ora so cosa mettere in cima alla lista di cosa mi porterò via. Il male, invece, lo lascerò qui, prima che l'autunno sontuoso arrivi.



16 SETTEMBRE


Tra un invito del sole a danzare e un altro “ancora”, le parole guizzano brillanti sul foglio.



21 SETTEMBRE


Un settembre estivo, arrogante, rovente. E il sole? Regale!

In un mix di sogni alla luna nuova e ananas, sorseggio un cocktail di idee frizzanti per l'autunno entrante festoso e ansioso di spargere foglie scherzose al vento.

Allegro lo voglio, questo autunno, un po' brillo e godereccio, ma pronto a sorreggermi tra un alito di bora e canti improvvisati di pettirossi e usignoli.

Altalenando tra le aspettative arancio e giallo ocra, mi avvolgo nell'oro dei campi stepposi di ieri, già coperta, alla finestra, da quello che verrà.





28 SETTEMBRE


Covo in un nido di quercia tra foglie ammantate di tramonto e bacche di rosa.

E' il tempo giusto per prolungare i riposi e fare dell'aria intorno sospiri al profumo di mela.

Il cielo zampilla un po' di bronzo , là, sull'orlo della sera, così allungo la mano verso un'erica capricciosa, ascoltando un'edera che tenta un canto impacciato. La felce sonnecchia ombrosa e il mio sguardo inciampa in un ramo di nocciolino infeltrito dal muschio.

C'è chi ha il tempo per cavalcare lo spazio immenso. Io, invece, sto qui a dondolare sul bordo di questo pomeriggio pigro e a fare dell'intorno la mia poesia. Tanto...è domenica!






2 OTTOBRE


Mi sveglio con un po' di bora fra i capelli e le chiedo di portarsi via qualche piccola briciola di inferno ancora attaccata alla mia anima impura. Siamo prolissi sulla nostra personale santità, ma in realtà questo purgatorio odora ancora molto di braci oscure.

Però dalla finestra della mia stanzetta delle meraviglie vedo uno scorcio di luna, e tanto basti.

Sono tornata a casa!


 4 OTTOBRE


Imbrucati verso di me che ti imbozzolo tra le mie braccia color capelvenere, in un nido di velluto verde e marron glacé, sotto lo sguardo timido delle mie rose antiche.





6 OTTOBRE


Cavalco l'autunno che si assapora un tè macchiato di lentiggini di luna al profumo di funghi.

La materia mi è rimbalzata sullo spirito.

Ho tempo oggi per starmene un po' socchiusa nell'ombra della coperta con le gambe raccolte al petto annusando l'alito dei ciclamini.

Dopo farò un tuffo in Paradiso.

Per ora rovisto con lo sguardo la superficie opaca delle foglie del gelso con un bel pezzo perlato di cielo azzurro sopra, conficcato sui bordi arricciati dalle increspature della ruggine autunnale.

Un manto, il cielo oggi, e io sotto di lui.







GRAZIE DI ESSERE DI NUOVO PASSATI A TROVARMI. VI PORTO TUTTI NEL CUORE.

QUI, ALL' EREMHOME.











 
 
 

1 commento


Gaia Querini
Gaia Querini
22 ott

Wow! Che meraviglia questo bentornato all'eremhome💖💖💖

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© 2021 by Sara Pinto

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